L’infanzia serena di un compagnone
“Davide è nato il 17 novembre 1994 a Vimercate – racconta sua madre – ed è sempre vissuto a Bellusco, in provincia di Monza e Brianza. Era un bambino molto tranquillo e la sua infanzia è stata per noi un bel periodo perché fin da piccolo ha sempre apprezzato la compagnia di altri coetanei, e anche durante il percorso scolastico si è sempre trovato bene con i compagni di classe. Le difficoltà sono iniziate alle scuole medie quando alcuni ragazzi lo prendevano in giro. I primi tempi sono stati duri, ma con il tempo Davide ha imparato a non ascoltare i commenti stupidi”.
Lo sport per entrare in fiducia
“La sua carriera sportiva è iniziata con il karate – ricorda – però in palestra spesso e volentieri preferiva i materassi agli allenamenti, non amando lo sforzo fisico. A conclusione del percorso scolastico ha frequentato il Servizio di Inserimento Lavorativo ed è stato qui che ha conosciuto la realtà di Special Olympics. Come per tutte le novità, inizialmente Davide stava sulle sue, temendo di essere giudicato e deriso. Con il tempo ha trovato i suoi spazi e soprattutto ha maturato fiducia nelle sue possibilità, cominciando a divertirsi a giocare e a vincere.
L’esperienza dorata dei Giochi nazionali Special Olympics
“A proposito di vittorie, Davide è stato il capitano della squadra vincitrice dei Giochi Nazionali a Torino, nel giugno scorso. Un’esperienza da raccontare a tutti i suoi amici, perché lui – precisa la mamma – è un gran chiacchierone, a volte anche un po’ pettegolo, ma senza malizia, ed è sempre disponibile anche con chi conosce appena, pur essendo di natura introverso”.
Non solo volley…
“Oltre alla pallavolo – aggiunge la mamma – gli piace andare in palestra e ha cura del suo fisico, per cui segue un’alimentazione sana. La sua ultima estate è stata ricca di novità perché oltre alla convocazione mondiale, Davide ha vissuto la gioia di un’offerta di lavoro che si è appena concretizzata in un’assunzione a tempo indeterminato in un’azienda vicino casa che potrà raggiungere in autonomia con la sua auto. A questa comunicazione, come da suo stile, Davide ha sorriso, si è strofinato le mani e ha fatto finta di niente, come fosse la cosa più normale che gli potesse capitare. Perché Davide, in occasioni particolari, ritrova tutta la sua timidezza e fatica a esprimere le sue emozioni, ha bisogno di tempo per elaborare le situazioni in cui è protagonista”.
Con Special Olympics otto anni in crescendo
“Come mamma ritengo che questi otto anni di Special Olympics abbiano dato a Davide la possibilità di crescere soprattutto come persona – afferma con riconoscenza – perché ha imparato ad affrontare con un mezzo sorriso le sconfitte ed ad avere più pazienza con se stesso. La comunicazione della convocazione ai Giochi mi ha sorpresa. All’inizio mi è sembrata una cosa irreale poi, perché anch’io ho i miei tempi di elaborazione, ma sono stata sempre orgogliosa dei suoi successi”.