Filippo è nato l’1 dicembre 1997 a Bassano del Grappa.
“Fin dai primi giorni di gravidanza ho avuto il sentore di anomalie” racconta la mamma “ma sono stata determinata a portarla a termine”.
Subito dopo la nascita i medici mi dissero che il bimbo era sano ma già dopo qualche ora si sono corretti e mi hanno comunicato la diagnosi di trisomia 21. L’impatto con la notizia è stato doppiamente duro anche se la nostra famiglia si è subito stretta e unita per accogliere al meglio il nuovo arrivato. Come sempre accade in queste occasioni le ansie e le preoccupazioni per il futuro non sono mancate, ma non è mai mancata la fiducia e la consapevolezza che, da quel momento in poi, bisognava rimboccarsi le maniche e fare di tutto per sostenere la vita e la formazione di questo bimbo, quasi come fosse la nostra missione. In particolare io, la mamma, sempre supportata dai familiari, ho dovuto e voluto diventare esperta in medicina, fisioterapia, logopedia e psicomotricità, naturalmente cercando i migliori centri specialistici.
Appena possibile Filippo è stato inserito al nido e alla scuola dell’infanzia per incoraggiare la sua innata capacità relazionale: fondamentale è stato l’incontro positivo con le insegnanti ed in particolare con Monica operatrice dell’ULSS. L’esperienza di questi primi anni fuori dal guscio familiare è stata decisamente positiva. Se Filippo si è mostrato sempre pronto a relazionarsi con chiunque, alle elementari ha dovuto comunque subire in qualche modo l’impreparazione didattica di alcuni insegnanti. Alla scuola media per fortuna è andata meglio.
Filippo ha proseguito gli studi fino ai 16 ed è poi stato inserito nel mondo lavorativo presso la bioFattoria sociale Conca d’Oro di Bassano, dove ancora oggi partecipa con successo acquisendo competenze significative nella ristorazione e nella vendita.
La difficoltà specifica di Filippo consiste nella comunicazione codificata scritta e orale, tuttavia è stato sempre determinato nel riuscire a farsi capire e nel voler comprendere gli altri.
Ho vissuto la mia vita accanto a mio figlio con grande intensità proteggendolo da ogni discriminazione: ricordo un’esperienza in particolare. Durante un soggiorno in Alto Adige, ho visto un ragazzino, coetaneo a Filippo. gettargli della sabbia addosso; poiché non smetteva ho chiesto alla madre di intervenire. È prontamente accaduto; la donna disse al figlio testuali parole: ” Smettila perché quello è un bambino “malato” ; ho prontamente spiegato alla signora che Filippo non doveva essere considerato un malato ma, piuttosto, una bambino con caratteristiche diverse; ne è seguito un momento molto commovente in cui noi, due mamme, ci siamo abbracciate.
Oltre alle necessarie attività riabilitative e di sostegno, fin da piccolo Filippo ha sempre frequentato diversi gruppi di aggregazione, espressivi attraverso il teatro o sportivi, con il nuoto, ma in particolare fin da sei anni ha partecipato alle attività proposte dal Team Special Olympics Junior 2000 di Cassola che lo ha sempre accolto e sostenuto con attenzione e particolare cura. Oggi è un Atleta Special Olympics che rappresenterà l’Italia ai Giochi Mondiali di Berlino.
Lo sport per questi ragazzi è fondamentale! Fanno parte di un gruppo, non si sentono soli, assaporano la competizione con gli altri dove imparano ad affrontare con il giusto spirito sia le sconfitte che le vittorie. Lo sport è crescita, l’importante è non pretendere troppo e lasciare che il proprio figlio cresca facendo risaltare le proprie capacità e potenzialità. Lo sport è vita!