Patrizia Podreka

Manca pochissimo ai Giochi Mondiali Special Olympics in Germania e tra gli Atleti della delegazione azzurra con più storia alle spalle c’è la giocatrice di bocce triestina Patrizia Podreka, 49 anni, la metà dei quali targati Special Olympics.

“Nel 1999 l’inizio con il nuoto nel Team Acquamarina – ricorda papà Bruno – e già l’anno dopo sono arrivate anche le bocce, sport a cui Patrizia si è molto appassionata e che le sta regalando tante soddisfazioni”.

Lo sport rappresenta un punto di svolta e di grandi cambiamenti.

“Entrare a far parte di un gruppo e condividere le esperienze – aggiunge il papà – ha permesso a Patrizia di aprirsi, diventando più socievole: praticamente un’altra persona. L’orgoglio nel sentirsi capace di raggiungere i suoi obiettivi, i riconoscimenti ottenuti, gli articoli che premiano il suo grande impegno, ci hanno permesso come famiglia di vivere tanti momenti felici. E di questo siamo grati a Special Olympics e al nostro team. La convocazione per i Mondiali è il coronamento di un percorso lunghissimo, iniziato più venti anni fa”.

La boccia rotola all’indietro, allora, tra le tappe che hanno lasciato il segno nella storia dell’Atleta friulana.

“La primissima infanzia è stata serena – dice il signor Podreka – poi una forte infiammazione alle tonsille ha portato delle complicanze che hanno interessato il sistema nervoso, con un ricovero di due mesi. Patrizia ha dovuto combattere contro l’epilessia ed ha avuto anche problemi muscolari. Fortunatamente lei ha sempre affrontato ogni difficoltà con grande tenacia e con spirito allegro. A scuola ha avuto esperienze positive, sempre supportata dal sostegno, fino al diploma magistrale. Ormai da trent’anni svolge un servizio di addetta alle pulizie con una borsa lavoro del Comune, attualmente presso una casa di riposo”.

Il lavoro, punto cardine nel percorso di vita dei nostri Atleti, per Patrizia ha un valore ancor più speciale.

“La sua lunga esperienza alle dipendenze del Comune – aggiunge il papà – è fatta di tanta serietà, impegno e puntualità. Ed è lo stesso atteggiamento con cui supporta la famiglia nelle attività domestiche. In tutti questi anni Patrizia ha sempre sperato di arrivare a un riconoscimento del suo impegno, magari arrivando a un contratto diverso. Crediamo se lo meriterebbe, al di là dei trecento euro che non le danno la giusta gratificazione. Purtroppo essere inseriti nelle liste di lavoro speciali e formarsi costantemente non basta”.

Ma Patrizia non molla e sul campo di bocce tira fuori il meglio. Quando parla di sé, usa la parola “sperem” come un simpatico e beneaugurante intercalare.

“Questo sport mi dà sempre grandi soddisfazioni – racconta – e mi permette di fare belle esperienze, conoscendo luoghi e persone. Mi alleno il mercoledì e il venerdì, poi nel fine settimana si fanno le gare. I Play the Games di Salsomaggiore, il raduno pre-mondiale in Sardegna. Fare le trasferte mi piace tanto perché si fa squadra. A Torino per esempio, abbiamo fatto bella figura e forse è stato lì che mi sono guadagnati i mondiali di Berlino. Non mi dimenticherò mai anche le emozioni della cerimonia di apertura con l’inno cantato da Arisa. Che bello che è stato”.

La valigia è sempre pronta, con le idee chiare. Avvicinarsi il più possibile al boccino.

“Ci vuole occhio – conferma Patrizia – e io in tanti anni l’ho allenato bene. In questo sport non basta la forza. Serve anche la precisione. Ogni partita si può sviluppare in tanti modi. A Berlino voglio fare bene e dare il massimo perché non gareggerò solo per me, ma per tutta l’Italia. Voglio che i miei allenatori, Bruno e Susy, siano orgogliosi di me. Il tedesco, a scuola, era la mia materia preferita. Mi farà comodo, sperem”.

Patrizia Podreka e il suo tempo libero.

“Mi piacciono molto la musica e il ballo, per questo il mio programma televisivo preferito è Amici. La mia cantante del cuore invece è Elisa: l’ascolto sempre. Ora a dire il vero sono molto concentrata sulle bocce, però. Ho in mente la medaglia d’oro dei mondiali. Vorrei proprio vincerla”.

Sperem ben.

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