Sara Della Valle

Quanto vale lo sport e dove ti spinge ad arrivare, Sara Della Valle l’ha sempre saputo. Quando sarà al cancelletto di partenza dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025, sul ciglio di un pendio bianco disseminato di paletti, farà quello che ha sempre voluto fare: superare ogni ostacolo. Venticinque anni, di Sondalo, l’Atleta dell’U.S. Bormiese è stata convocata per il più grande evento inclusivo che l’Italia abbia mai ospitato.

La sua storia è un inno alla determinazione.

“Non dice mai di no – racconta mamma Raffaella – è sempre propositiva e pronta a mettersi in gioco. Sarà che sin da piccola ha sempre avuto voglia di comunicare il suo entusiasmo”.

L’infanzia è subito una sfida.

“Quando Sara ha compiuto un anno abbiamo iniziato a renderci conto delle sue difficoltà a livello motorio ed espressivo. Sulle prime mi è stato detto che tutto sarebbe tornato nella norma, eravamo noi genitori a essere apprensivi. In realtà il tempo e lunghi accertamenti ci hanno dimostrato che non sbagliavamo. L’ipotonia muscolare e il linguaggio limitato all’emissione di poche sillabe erano evidenti. Non è stato comunque semplice arrivare alla sua diagnosi: una sindrome genetica rara, con poca casistica e un approccio terapeutico e riabilitativo che mancava di protocolli chiari. Lo sconforto iniziale ha subito lasciato spazio a una reazione dettata dalla voglia di farcela di Sara”.

La montagna innevata era forse il posto meno stabile e rassicurante, dove muovere i primi passi nello sport, ma seguendo l’esempio del papà Massimo e del fratello maggiore Mattia, Sara ci prova. E…

“Accetta sempre ogni sfida. Quando ha infilato i primi sci poteva limitarsi a stare sul piano con il fondo, come suo fratello, ma si è misurata anche con la discesa. Un momento chiave c’è stato all’età di 7 anni, quando a Livigno abbiamo conosciuto l’associazione Handisport che proponeva lo sport inclusivo di Special Olympics. Una bella scoperta, perché il suo equilibrio è andato stabilizzandosi fino a che si è sentita pronta per fare le sue prime gare, dopo alcune stagioni. Ci siamo resi conto del grande valore dell’attività fisica nel suo sviluppo e delle relazioni nate sulle piste e nei vari eventi. Tante opportunità per mettersi alla prova con la vita e provare a farcela insieme ai suoi compagni, come una vera squadra. All’inizio quasi sempre ero io ad accompagnarla e a fare insieme a lei le trasferte, ma ci siamo resi conto che in assenza di una figura familiare lei tendeva a sviluppare maggiormente le sue autonomie, contando sull’esempio dei compagni e il supporto di Atleti partner, tecnici e dirigenti. Oggi affronta da sola le sue uscite: vacanze al mare, i pernotti nei rifugi alpini e tante altre esperienze insieme al suo team o agli amici dei tirocini di inserimento sociale”.

A scuola, la musica non cambia. Sara rilancia sempre…

“Abbiamo avuto un bel percorso fino alle medie, con tante insegnanti che ci hanno affiancato e ci hanno fatto crescere anche come famiglia. Poi ci è stato consigliato di proseguire il percorso in un centro diurno, ma abbiamo scelto di iscrivere Sara in un istituto superiore perché continuasse a ricevere stimoli in un ambiente scolastico, con i suoi coetanei. È stata una scelta azzeccata, perché la scuola è stata molto inclusiva e gli interventi di sostegno del suo piano educativo l’hanno aiutata a crescere, vivendo tanti momenti significativi, come il viaggio d’istruzione a Roma”.

Da Livigno a Bormio, le distanze si accorciano e le attività aumentano.

“È stata una scelta dettata dalla comodità e dalle opportunità che la Bormiese propone. Oggi Sara può spaziare dallo sci di fondo alla discesa, dalla mountain bike alle bocce. Frequenta un gruppo di una ventina di amici con cui condivide attività sportive e ricreative nel settore Special Sport, come ad esempio preparare pacchi gara per eventi sportivi, fare volantinaggio o ballare la coreografia del flashmob di Special Olympics”.

E dopo tanti Giochi regionali e nazionali, dopo centinaia di slalom, ecco la lettera di convocazione per i Giochi Mondiali. Un riconoscimento che premia il suo percorso e che fa sognare.

“Siamo orgogliosi di nostra figlia – concludono i suoi genitori – grazie a lei abbiamo imparato ad apprezzare ciò che abbiamo e non a rammaricarci per quello che non possiamo avere. Oggi ci ispiriamo alle sue conquiste e al suo modo di affrontare ogni prova. Non è mai stato facile, ma non c’è mai stata rassegnazione. A darci sempre una spinta in avanti è la felicità che Sara ci trasmette ogni volta che le si dà un’opportunità per andare oltre i propri limiti. Non vediamo l’ora di tifare per lei e per tutti i suoi compagni di squadra sulla neve dei Giochi Mondiali. Siamo sicuri che ci metterà tutta la passione che ha, come fa in ogni momento della giornata, quando accudisce il suo cane Aki – il nome l’ha scelto lei – e i nostri animali in montagna, come quando mette la divisa per fare servizio mensa nella scuola dell’infanzia che tanti anni fa ha frequentato. Il suo futuro? Ci auguriamo che tirocini L’accompagnino verso l’inserimento lavorativo, come gli allenamenti e i giochi a cui ha partecipato l’hanno portata alla maglia azzurra di Torino 2025”.

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