Michela Manzotti

Michela – raccontano i genitori –  è una ragazza che, come tutte le sue coetanee,  ama stare in compagnia, passeggiare con le amiche, fare shopping e, perché no, concedersi una pausa al bar per un caffè o una merenda. Da tre anni frequenta un Centro di formazione all’autonomia, partecipa a progetti orientati al “Dopo di Noi”, settimanalmente  segue una terapia cognitiva e logopedica per migliorare il più possibile quelli che, ancora oggi, rappresentano i suoi limiti.

Per lei sono importanti le amiche, la famiglia, da cui tornare dopo ogni esperienza, e il nostro cane Lea, un bellissimo Golden, che accudisce con amore e con cui ha un rapporto speciale. In casa la chiamiamo “la direttrice” perché ha un carattere forte, è molto attenta, non le sfugge nulla, sa sempre tutto e cerca di coordinare tutto e tutti. Naturalmente lei decide per sé e non ama le imposizioni esterne. Lo sport l’ha senz’altro aiutata a limare quest’ultimo aspetto del suo carattere, le ha insegnato a rispettare le regole sociali e a gestire le proprie emozioni. Per Michela lo sport fa parte della sua quotidianità anche perché siamo una famiglia di sportivi da generazioni.

Agire e reagire con il vuoto intorno

L’arrivo di un bambino, a prescindere da tutto, cambia per sempre la vita dei genitori che devono affrontare il cambiamento con positività nella prospettiva di offrire tutte le possibili occasioni per la sua crescita e la realizzazione delle sue potenzialità. Questo vale ancora e di più quando il figlio in questione ha una disabilità intellettiva.

Michela è la nostra secondogenita – raccontano i genitori – è stata tanto desiderata, fermamente voluta, è arrivata dopo anni difficili vissuti con il solo scopo di portare fuori dalla malattia il fratello Giacomo. Dopo la nascita Michela ha manifestato disturbi che sono stati subito ricondotti alla Sindrome Prader Willi. Non ci siamo arresi, le difficoltà ci hanno spinto ad agire e reagire “con tutte le nostre forze” alle difficoltà della vita, proprio come direbbe un Atleta Special Olympics. Non vogliamo lasciare nulla di intentato, abbiamo percorso  qualsiasi strada che potesse offrire delle opportunità di miglioramento a Michela. In questo senso la fisioterapia, come la logopedia, sono state importanti. Ciò nonostante, mentre Michela continuava il suo cammino faticoso verso una certa autonomia, ci siamo resi conto che avevamo trascurato tutto il resto e la sensazione era quella di essere soli, con il vuoto intorno.

La differenza rispetto agli altri e Special Olympics

Anche durante i suoi primi anni di sport praticato insieme ai suoi coetanei senza disabilità, evidente è stata la netta differenza rispetto ai suoi pari. Anche l’esperienza Scout è stata significativa fino ad un certo momento in cui le differenze con il gruppo sono diventate cosi marcate ed evidenti che Michela ha iniziato a sentirsi non più adeguata manifestando forti disagi. Questo è stato il motivo che ci ha spinti ad entrare nel mondo Special Olympics.

Il passaggio è stato decisivo per molti aspetti: relazionale, sociale e personale. Qui ha imparato a confrontarsi positivamente con i suoi pari, a stringere vere amicizie, a cercare di superare le sue difficoltà e ad acquisire padronanza di alcune autonomie e capacità personali. Con il suo carattere determinato ha preso l’attività sportiva con serietà ed impegno e grazie all’aiuto dei tecnici del Team NoLimits ha continuato, anno dopo anno, a migliorare e, come si dice, ad alzare l’asticella dei sui risultati e delle sue prospettive.

Naturalmente crescita sportiva e crescita personale sono andate di pari passo: non solo gli allenamenti ma anche le gare, le trasferte hanno rappresentato momenti educativi importanti perché le hanno permesso di mettersi in gioco come persona andando via via a sperimentare nuovi contesti, lontana dal guscio familiare, in piena autonomia. L’autonomia resta l’aspetto che ci sta più a cuore, per noi è fondamentale offrirle tutte le opportunità che l’aiutino a svilupparla. Mai però ci saremmo aspettati che all’orizzonte sarebbe arrivata non una ma L’opportunità della vita, quella che ogni sportivo come lei sogna da sempre.

Michela ai Giochi Mondiali Invernali  a Torino 2025

Quando abbiamo ricevuto la notizia della convocazione ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics la nostra reazione è stata di stupore e di gioia: stupore perché, fino a quel preciso momento, forse non avevamo realmente compreso quanta strada avesse fatto Michela da quando è diventata un’Atleta Special Olympics; gioia per la grande occasione offerta a Michela.

Non possiamo negare che subito dopo la notizia ci siamo anche preoccupati. Ci siamo chiesti come Michela avrebbe reagito perché quando è “sotto i riflettori” è assalita da un senso di vergogna e da mille paure che, se non ben gestite sul momento,  possono bloccarla e portarla a rifiutare la proposta. Grazie all’aiuto del Team NoLimits abbiamo lavorato insieme al fine di renderla consapevole della bellezza di questa “nuova avventura”. Il suo sport è la corsa con le racchette da neve e Michela è pronta.

Marco e Giulia

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