Arturo Fasulo

Quest’estate ferie separate in casa Fasulo. Arturo se le è giocate a Berlino, per partecipare con la squadra di Basket unificato ai Giochi Mondiali Special Olympics. La moglie Laura e il piccolo Renato, di soli due anni, hanno tifato per lui da Vedelago (paesino a una ventina di minuti da Treviso) e hanno aspettato ogni sera la videochiamata del papà per sapere com’era andata.

“Quando Andrea, l’allenatore di Arturo che è stato con lui in Germania, gli ha comunicato della convocazione – ricorda Laura – mio marito non ha accettato subito, anche se ne era felicissimo, perché ha voluto condividere questa scelta con me. Io conosco Special Olympics e la bellezza dello sport unificato, quindi gli ho suggerito di accettare, perché certe opportunità vanno prese al volo. Così ci siamo organizzati, con tutta la famiglia, perché fortunatamente abbiamo i nonni e gli zii che ci sono vicini e ci supportano”.

“Arturo è sereno e credo che l’esperienza di Berlino gli abbia fatto bene, regalandogli tante soddisfazioni, perché, al di là del risultato ad un soffio dal podio, rappresentare l’Italia in un evento così importante ti fa sentire grande. In sua assenza il piccolo Renato è stato un po’ spaesato, ma io l’ho rassicurato sempre dicendogli che il suo papà stava facendo una cosa molto bella e importante e che sarebbe tornato presto. Purtroppo i miei turni di lavoro non ci hanno permesso di raggiungerlo in Germania, ma in qualche modo siamo riusciti farci sentire vicini a lui per tutta la durata dell’evento”.

“Arturo ama il calcio ed è un interista sfegatato – racconta sua moglie – ma qui a Treviso il basket è una religione e con la squadra unificata dei Baskettosi sono sempre state tante le opportunità di divertirsi e sentirsi parte di un gruppo. Per un breve periodo io e lui abbiamo giocato unificato nella stessa squadra ed è stato veramente emozionante giocare insieme. Magari un giorno anche nostro figlio potrà divertirsi sul parquet con la palla a spicchi. Per ora ogni volta che può, Arturo lo fa giocare a pallone con una porticina che  ha montato per lui”.

“Special Olympics regala tante occasioni per crescere – conclude Laura – Arturo è molto buono e a volte questa sua indole lo ha penalizzato. L’avventura in azzurro ha rafforzato il suo carattere anche di fronte alle sconfitte della vita, ne sono certa. Prima di partire Arturo aveva promesso a nostro figlio Renato che sarebbe tornato con una medaglia, così non è stato, almeno non fisicamente e per questo Arturo ha versato lacrime sul campo a fine partita. Forse in quel particolare momento non ricordava che, per il piccolo Renato, lui resta un Campione, un papà unico e straordinario ”.

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